lunedì 15 giugno 2009

Personaggi - 1 - Gilbert Kaplan

Ebbene sì, lo ammetto: invidio Gilbert Kaplan.
Io, povero tapino completamente digiuno di erudizione musicale ma colto già da giovane da questa passionaccia per la musica sinfonica, io che, al massimo, mi sono concesso il vezzo di far volteggiare nell'aria la mia bacchetta immaginaria e di dare vita e ritmo alle note che lo stereo docilmente proponeva ai miei scomposti sdilinquimenti.
Questo mi era concesso per placare quel desiderio subliminale di protagonismo e partecipazione e tanto mi bastava; troppo poco però per le ambizioni di un Gilbert Kaplan.
Questi, dopo aver fondato un giornale finanziario nel 1965 ed essersi ritrovato milionario grazie ai proventi di questa attività ed a fortunate operazioni azionarie, ad un tratto si è scoperto fanatico paladino della musica di Gustav Mahler e, ancor più in particolare, della sua seconda sinfonia “Resurrezione”, che, con il passare degli anni, sarebbe poi diventata per lui quasi un’ossessione. Non sapendo leggere la musica, non si è perso d'animo ed avendo la vetta della "Resurrezione" come obiettivo, si è "concesso" un programma intensivo di lezioni private di musica e di direzione, affidandosi a musicisti del calibro di Bernstein, Solti e Slatkin, divi della bacchetta che i comuni mortali a stento riuscirebbero anche solo ad avvicinare. Con un viatico così promettente, la prima tappa dell'ascesa non poteva essere distante; nel 1982 eccolo raggiungere il suo primo incredibile obiettivo: affittare il Lincoln Center a N.Y., pagare un’intera orchestra (la American Symphony Orchestra) e dirigere per la prima volta la sinfonia dei suoi sogni, sfruttando l'occasione di un convegno per garantirsi un pubblico di perplessi economisti. Ma che Kaplan non fosse un dilettante qualsiasi lo si è compreso appieno quando ha iniziato a girare il mondo, dirigendo le più importanti orchestre (in Italia capitò alla Filarmonica della Scala nel 1992) ed incidendo per ben due volte il suo unico pezzo in repertorio: manco a dirlo, la "Resurrezione".
Certo, la favola non è sempre filata via senza scossoni; ad esempio, a fine 2008 sul blog di uno strumentista della New York Philharmonic sono comparsi giudizi assai poco lusinghieri su talento e tecnica del magnate col vizio della bacchetta. Ma poi tutto si è appianato, anche perchè Kaplan, continuando ad attingere con generosità alla propria fortuna milionaria per sponsorizzare in vario modo importanti orchestre del Nord America, fornisce più di uno spunto a critici ed addetti ai lavori affinchè questi ammorbidiscano i giudizi da esprimere sul suo operato direttoriale. Provateci comunque anche voi, ascoltando due estratti dalla sua registrazione del 1988 con la London Symphony Orchestra, uscita in doppio cd per le etichette indipendenti Img Classic e Conifer. Manco a dirlo, anche l'esperienza discografica non ha saputo sottrarsi a questo destino extralarge: con le sue 180.000 copie vendute, questa sua opera prima ha infatti battuto - in termini di vendite - la concorrenza degli stessi mostri sacri suoi maestri ed anche quella di tutti gli altri, con tanto di diplomi e carriere costruite pazientemente, pezzo per pezzo. Ma si sa, le favole esigono sempre il lieto fine.

Di seguito, il terzo movimento (Scherzo) In Ruhiger Fliessender Bewegung



La "coda" del finale, con le soliste Benita Valente e Maureen Forrester, col contributo del BBC Welsh Chorus.

2 commenti:

  1. Magnifico pezzo, chi di noi non ha invidiato/criticato Kaplan per questa sua possibilità? Detto questo, l'ascolto lascia non spiacevolmente colpiti: non male l'attenzione timbrica dello Scherzo, mente un pò enfatico suona il finale, idealmente bernsteiniano, ma in pratica un pò troppo analitico.
    IL

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  2. Eh, sì, anonimo IL, la M2 di Kaplan è eccezionale se si pensa che è diretta da un dilettante e diventa appena discreta se giudicata in un contesto più ampio. Forse K. si merita comunque un po' più di simpatia da parte di noi mortali rosiconi; in fin dei conti, lui sta al podio come il topino Remi alla haute cuisine...

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