mercoledì 17 giugno 2009

Ricorrenze - 2 - Igor Stravinsky

Celebrato persino dal logo odierno della homepage di Google, il compleanno di Igor Stravinsky si è puntualmente ripresentato per la centoventisettesima volta; e poco conta che non ci sia più nessuno a spegnere quelle candeline: che "happy birthday" sia!



Ricordiamolo con la composizione che più di tutte lo ha consegnato alla storia: "Le sacre du printemps". Salonen dirige la Los Angeles Philharmonic Orchestra in questi estratti video, che ricompongono l'intera seconda parte, sottotitolata "Le sacrifice". Per una visione ed un ascolto ottimali, consiglio sempre di migrare su YouTube ed attivare l'opzione HQ.







Infine un assaggio da una composizione più tarda e meno eseguita: l'opera-oratorio Oedipus Rex del 1927, su testi di Jean Cocteau, ispirata alla tragedia di Sofocle. Dal secondo atto, ascoltiamo le voci del soprano Gabriele Schnaut e del tenore Peter Svensson, impegnati nella scena in cui Giocasta, ancora ignara dei contorni della tragedia ed irritata con i principi che litigano, biasima gli oracoli e difende Edipo, colto dai primi sospetti. L'Orchestre de la Suisse Romande è diretta da Neeme Jarvi.



6 commenti:

  1. Ottima scelta questa degli assaggi diretti da Esa Pekka Salonen, che del resto si è fatto una fama di ragazzo prodigio (ormai circa 30 anni fa!), proprio con quest'opera monstre! Ed è invecchiato bene.Lui e il pezzo.
    Ignazio.

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  2. Salonen di norma "suona" un po' freddino; nel Sacre il cuore non c'entra e ne esce davvero una grande prova.
    P.S. grazie per il sostegno; vedrò nel fine settimana di mettere altra carne al fuoco.

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  3. Le ricorrenze servono un po' come segnalibri nel nostro diario quotidiano musicale per fissare l'attenzione, ri-scoprire qualcosa che già conoscevamo sotto forme nuove (grazie per Salonen, anche se non capisco bene l'affermazione che nel Sacre il cuore non c'entra: non la vedo come una composizione tutta di testa - ammesso che sia questa la contrapposizione a cui pensi-, piuttosto come una ricerca di riconoscere e offrire tratti primordiali nella musica - quindi istintuali, emotivi - come del resto fa Starvinskij in tante sue composizioni del primo grande periodo creativo).
    L'occasioen può anche servire per nuovi ascolti: che ne dici delle "canzoni" composte dal grande russo?
    Saluti
    Claudio

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  4. Benvenuto, Claudio. L'affermazione sul "cuore" era in verità più centrata sull'interprete che non sulla musica, che comunque prende le distanze (e che distanze...) dalla tradizione compositiva più squisitamente russa, quella rimskyana fatta di fiabe e buoni sentimenti.
    Le "canzoni" non le conosco: qualche titolo?
    S.

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  5. Ho chiamato canzoni quelle che in inglese sono “songs” – non conosco il termine russo e non saprei se canzoni lo traduce correttamente. Sono a volte liriche, a volte poemi, altre canti con accompagnamento di strumenti diversi o anche a cappella. Nella “Igor Stravinsky Edition” si trovano nel volume 8, Eccone l'elenco:
    Two Poems Of Paul Verlaine
    Two Poems Of Konstantin Bal'mont
    Three Japanese Lyrics
    Three Little Songs
    Pribaoutki (Pleasant Songs)
    Cat's Cradle Songs
    Four Russian Peasant Songs
    Four Russian Songs
    Three Songs From William Shakespeare
    Non ce ne sono molte registrazioni.
    Qui ne trovi quattro (Canti contadini) nella versione per coro a cappella diretta ai Proms nel 2004, assieme alle “Noces”, da Pierre Boulez:
    http://rapidshare.de/files/37578514/Sur_incises___Les_Noces_-_Ensemble_Intercont\
    emporain_BOULEZ.zip.html
    http://rapidshare.de/files/37578499/Sur_incises___Les_Noces_-_Ensemble_Intercont\
    emporain_BOULEZ.z01.html
    Ti segnalo anche un articolo sull'argoemnto: “In Stravinsky’s Songs, the True Man, No Ghostwriters” che troverai all’indirizzo http://www.nytimes.com/2008/04/13/arts/music/13taru.html
    Buona domenica
    Mario Claudio

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