lunedì 26 aprile 2010

Mahleriadi - In vetrina - Sinfonia n. 1 - M. Honeck



Giunto il biennio di celebrazioni mahleriane, è puntualmente scattata l'invasione planetaria di iniziative musical-cultural-commerciali dedicate all'evento. Ad onor del vero, l'invasione di cui sopra risulta in corso ormai da due o tre decenni, con un crescendo continuo, favorito nell'ultimo scorcio anche dal moltiplicarsi di etichette cosiddette indipendenti e dalla "discesa in campo" di orchestre di chiara fama internazionale, che producono in proprio ed a costi contenuti i cd "live" dei loro concerti. Le più attive tra queste (mi vengono in mente la Chicago Symphony, l'olandese Concertgebouw, la New York Philharmonic e la London Symphony) si sono prontamente attrezzate per l'evento, mettendo in cantiere altrettante integrali da consegnare ai posteri. Ciò detto, non è che manchino comunque "omaggi" al Nostro legati al buon vecchio filone commerciale; la Pittsburgh Symphony, ad esempio, essendo piuttosto distante dalla fama delle orchestre sopra accennate, si è dovuta cercare un contratto "vecchia maniera", ora offertole dalla casa giapponese Exton, la cui produzione si è sin qui distinta per la particolare difficoltà di reperimento (ora è finalmente approdata alle vendite via Amazon) e per la spiccata predilezione per il repertorio mahleriano. Sarà dunque Exton a distribuire l'integrale attualmente in costruzione in quel di Pittsburgh, la cui conduzione risulta affidata all'attuale direttore principale dell'orchestra, l'austriaco Manfred Honeck. Questi, già violino di fila nei Wiener Philharmoniker negli anni in cui il fratello Rainer ne era invece il Konzertmeister, ha visto decollare la propria carriera direttoriale alla soglia della cinquantina; l'incarico a Pittsburgh, recentemente prorogato fino al 2015, documenta l'affiatamento maturato con orchestra e pubblico di laggiù. Terminato l'ascolto della Prima, si può senz'altro benedire la decisione presa dalle parti. Sin dal suo esordio, la direzione di Honeck appare attentissima a valorizzare la ricchezza della partitura, portando a galla particolari raffinati, di rara bellezza ed efficacia, il tutto senza perdere d'occhio struttura ed unitarietà del "racconto" musicale, sempre vivo e vitale. Esemplare in tal senso il secondo movimento, con quell'accenno di "accelerando" iniziale che dà ancora più slancio rustico alla danza paesana che caratterizza lo Scherzo; e che dire della magia del Trio, tanto più sognante in contrasto con la ruvida energia degli episodi che lo precedono e lo seguono. E quando il gioco si fa duro (leggasi quarto movimento, Stürmisch bewegt), orchestra e direttore non deludono, accompagnando la sinfonia alla sua sfolgorante conclusione senza concedersi fronzoli o cadute di tensione.
Insomma, una Prima di Mahler con i controfiocchi, di quelle che ti fanno concludere che la storia dell'interpretazione è ancora tutta da scrivere e che anche gli "outsiders" ne faranno sicuramente parte.

sabato 3 aprile 2010

Sergei Prokofiev - Ivan the Terrible: Concert Scenario


Sergej Mikhailovich Eisenstein (1898-1948), artista ed intellettuale poliedrico e testimone diretto della rivoluzione bolscevica del 1917, si rivolse nel 1938 una prima volta a Sergej Prokofiev per chiedergli di comporre la musica per il suo film Alexander Nevskij. Quel primo incontro professionale diede risultati così elevati che Eisenstein non potè fare a meno di ricorrere nuovamente a Prokofiev per la composizione del commento musicale alla sua opera più ambiziosa: Ivan il Terribile, il monumentale film con cui avrebbe celebrato l'epopea del primo zar di tutte le Russie, vissuto nel XVI secolo. "Ivan il Terribile" è un lavoro gigantesco, che dipinge una Russia antica, ma che lancia bagliori sinistri verso quella di Stalin. Malauguratamente il personaggio di Ivan il Terribile raccontato nel film assomiglia un po' troppo a Stalin, al punto che questi bloccò l'uscita della seconda parte del film, peraltro concepito e girato per essere un'opera unitaria, impedendo così di fatto che venisse portato a termine il progetto originario del regista, che aveva in animo di dirigere una terza parte dedicata alle vittorie della maturità di Ivan. Fu così che, benchè il lavoro fosse già stato terminato nel 1946, si dovette attendere il 1958 - vale a dire cinque anni dopo la morte dello stesso Stalin e di Prokofiev e dieci da quella di Eisenstein - per vedere l'intera opera rappresentata.
Eisenstein aveva molti buoni motivi per rivolgersi a Prokofiev per le sue colonne sonore: la sua vastissima esperienza - dalla musica sinfonica e pianistica a quella da camera, dallopera lirica al balletto - aveva affinato in lui le due qualità, opposte solo in apparenza, indispensabili per scrivere musica da film: estrema flessibilità nell'adattarsi alle situazioni espressive e ferrea disciplina nel rispettare il ritmo delle successioni delle immagini. Per le musiche dell' Alexander Nevskij inoltre aveva avuto modo di sperimentare una tecnica compositiva rivelatasi assai confacente allo scopo, che consisteva nel creare tre blocchi di materiali, da utilizzare per le diverse esigenze filmiche. Nel primo blocco rientrava il materiale musicalmente più ambizioso, materiale cui si sarebbe dovuta adattare la sceneggiatura, nell'intento di esaltare al massimo le potenzialità del commento sonoro; nel secondo blocco, musica e sceneggiatura si scambiavano ruoli e preminenza, per cui era la musica ad essere scritta a misura della scena già girata; infine, nel terzo blocco rientrava lo spezzatino di piccoli réfrains e leit-motiv che di quando in quando sarebbero rimbalzati nel tessuto sonoro del film, secondo le esigenze del suo regista.
Come già per l'Alexander Nevskij, la geniale coppia diede piena prova della rispettiva maestrìa, realizzando un'opera che ancora oggi non ha eguali in questa specialissima graduatoria combinata (soprattutto a causa dell'obiettiva mancanza di musici cineasti avvicinabili all'altezza del genio di Prokofiev).
Purtroppo di quelle musiche Prokofiev non ebbe tempo e modo di curare suites da concerto o adattamenti comunque funzionali alla loro rappresentazione autonoma. Per poter ascoltare la musica in concerto si dovette attendere il 1961, quando Abram Stasevich (1907-1974) ne fece un oratorio. Per rappresentare in maniera esaustiva la complessa trama del trama del film d'origine, Stasevich enucleò dalla partitura originaria ventisei quadri, collegandoli tra loro con parti affidate ad una voce recitante, cui spettava il compito di narrare i cambi di scena sulla scorta di testi scritti dallo stesso Eisenstein. Il gigantesco polittico che ne derivò, pur complessivamente apprezzabile, risulta non sempre di scorrevole lettura, affaticato dagli interventi del recitante e da pezzi derivanti dalla tradizione liturgica ortodossa, musicalmente di interesse inferiore. Fu così che nel 1990 il musicologo inglese Christopher Palmer curò una riedizione del lavoro di Prokofiev, più agile e priva del commento della voce recitante. I tredici pezzi in cui è articolata questa versione da concerto sono stati scelti ed organizzati con criteri evidentemente meno esaustivi riguardo alla trama del film di provenienza, ma rispettandone struttura e successione temporale. Le forze cui è stata affidata la prima incisione di questa nuova versione, di seguito proposta, sono le stesse che ne hanno patrocinato la prima esecuzione assoluta, avvenuta a Londra il 28 febbraio 1991: Linda Finnie è il contralto, Nikita Storojev il basso-baritono; Philharmonia Chorus e Philharmonia Orchestra sono affidate alle cure di Neeme Järvi.

1 Overture - Ouvertüre; Ouverture



2 Il mare russo - Russian Sea - Russisches Meer - La mer russe;
3 Le nozze - Wedding - Die Hochzeit; Noces:
i) Allegro fastoso
ii) Andante
iii) Allegro fastoso



4 L'incendio - Fire - Das Feuer - L'incendie;
5 Tartari e cannonieri - Tartars and Canoneers - Die Tataren und die Kanoniere- Tartares et canonniers:
i) Allegro moderato;
ii) Moderato energico;



6 La presa di Kazan - The Storming of Kazan - Die Erstürmung von Kasan - A l'assaut de Kazan

Le scene proposte sono evidentemente tratte dal film d'origine, adattate alla versione da concerto delle musiche che nella pellicola accompagnano la lunga sequenza dell'assedio e la caduta della città di Kazan, capitale dell'omonimo khanato islamico, conquistata nell'agosto del 1552 dalle truppe guidate dallo zar Ivan. Da tale successo uscì fortificata la fama di Ivan quale unificatore del popolo russo e difensore del credo cristiano.



7 La malattia di Ivan - Ivan's Sickness - Iwan auf dem Krankenbett - La maladie d'Ivan
i) Adagio;
ii) Andante sostenuto;



8 Alla Corte polacca - At the Polish Court - Am polnischen Hof - La cour de Pologne;
9 Anastasia;



10 La canzone del castoro - Song of the Beaver (Ephrosynia's Lullaby) - Lied des Bibers (Ephrosynias Wiegenlied) - La chanson du castor (Berceuse d'Ephrosynia);
11 Il banchetto - The banquet - Das Festessen - Le banquet: i) Allegro ben ritmato, feroce; ii) Allegro moderato; iii) Allegro ben ritmato.

Le "istantanee" proposte si riferiscono anche in questo caso alle sequenze commentate dalle musiche qui proposte nella versione da concerto. Nella sequenza in bianco e nero, gli attori Serafina Birman e Pavel Kadochnikov impersonano rispettivamente Efrosinia Staritskaya e suo figlio Vladimir, che i nobili boiardi vorrebbero come zar, vista la sua inettitudine che ne agevolerebbe la manovrabilità da parte di questi ultimi. Efrosinia, zia di Ivan, canta una ninna nanna al proprio figliolo, invero cresciutello, in cui si narra delle peripezie del cacciatore per accapararsi la pelle del castoro, metafora dietro la quale neppure tanto nascostamente viene fatta intravvedere a Vladimir la necessità di ricercare in un'azione di forza la soluzione alle proprie ambizioni di potere. La sequenza successiva, popolata di danze e canti sfrenati, si rifà al banchetto indetto da Ivan, che - subodorato il tradimento - fa ubriacare il cugino Vladimir fino a farlo confessare i propri propositi complottistici. Questi, in preda ad una trance indotta dall'alcool e dall'eccezionale carisma soggiogante di Ivan, lascia che gli vengano indossate le vesti regali e si appresta a divenire vittima sacrificale della vendetta dello zar. Strepitosa la presenza scenica ed il magnetismo del protagonista, l'attore Nicolaj Cerkasov.



12 Assassinio nella Cattedrale - Murder in the Cathedral - Mord in der Kathedrale - Le meurtre dans la cathédrale.

Ecco una significativa aggiunta di Palmer alla partitura ricavata da Stasevich che, piuttosto inspiegabilmente, non ha ritenuto di includere nella propria selezione il commento musicale con cui Prokofiev ha tradotto in suoni l'inquietudine di Vladimir e la drammatica conclusione del suo maldestro "golpe". Il tema della nenia del castoro viene qui ripreso e sviluppato dal coro a bocca chiusa con un crescendo inquietante, di sicuro effetto cinematografico, il cui culmine coincide con la discesa del colpo mortale, con cui il sicario - ignaro dello scambio di persona - toglie la vita al cospiratore. Ho ripreso la sequenza originale (anche questa, come la scena del banchetto che la precede, girata sulla pellicola a colori proveniente dal bottino di guerra sequestrato ai nazisti), che potrete comunque rivedere ed "ascoltare" nei suoi suoni originali al link http://www.youtube.com/watch?v=ALbxsm27ojw



13 Finale (Coda).