venerdì 24 luglio 2009

Chiuso per ferie

Per le prossime tre settimane starò lontano da blog e computers. Gli eventuali commenti che dovessero arrivare in questo periodo troveranno quindi seguito solo dopo Ferragosto. Nel frattempo, auguro buona musica (e buone ferie) a tutti.

mercoledì 22 luglio 2009

Personaggi (baltici) - la famiglia Järvi

Per quanto il talento musicale non possa certo definirsi una qualità trasmissibile ereditariamente tout court, sin dai tempi di Bach non mancano comunque ottimi esempi di figli capaci di emulare le gesta dei padri, se non persino di superarle. Il direttore d'orchestra estone Neeme Järvi da sempre si è distinto per l'attività frenetica condotta in più continenti (attualmente risulta ricoprire le seguenti cariche: Chief Conductor dell'olandese Residentie Orkest (Den Haag), Conductor Laureate della New Jersey Symphony Orchestra, Music Director Emeritus della Detroit Symphony Orchestra, Principal Conductor Emeritus dell'Orchestra Sinfonica di Göteborg, primo direttore ospite della Japan Philharmonic Orchestra ed, infine, Conductor Laureate della Royal Scottish National Orchestra). L'instancabile dedizione che ha sempre contraddistinto il suo operato, accompagnata da una passione smisurata per la propria "missione", lo ha portato ad esplorare nella sua carriera ultra-quarantennale un repertorio di una vastità davvero impressionante, con esiti artisticamente sempre validi, se non eccellenti. Al suo personalissimo Guinness, Neeme Järvi ha aggiunto anche un curioso primato: due, dico due figli direttori d'orchestra, Paavo e Kristjan, avuti dalla moglie Liilia, così come la figlia Maarika, apprezzata flautista.
Il quarantasettenne Paavo già da otto anni figura alla guida di una delle più importanti orchestre d'America, la Cincinnati Symphony. Con un padre così debordante, il buon Paavo non potevo certo fermarsi qui; ed ecco quindi due prestigiosi incarichi in Europa, alla Radio di Francoforte ed alla Deutsche Kammerphilharmonie Bremen. Con quest'ultima compagine sta ultimando un'integrale discografica delle sinfonie beethoveniane molto apprezzata dalla critica.
Eccone un esempio, tratto dalla Quinta sinfonia.



Il fratello Kristjan, di dieci anni più giovane, oltre che per il "vizietto" di famiglia, si è presto segnalato per la creazione dell' Absolute Ensemble, formazione ibrida creata da Kristjan stesso a New York, ospite di numerosi festival (ricordiamo la sua recente e applaudita partecipazione a Settembre Musica di Torino), con un repertorio che non conosce confini, spaziando da Frank Zappa a Goran Bregovic, coniugando musica occidentale, improvvisazione jazzistica, tradizione araba ed ebraica. Come detto, questo hobby non gli ha impedito di segnalarsi come promettentissimo direttore, conseguendo così vari incarichi, l'ultimo dei quali con la Tonkünstler Orchestra di Vienna. Anche l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI ne ha apprezzato le qualità in più di un'occasione.
A questo proposito, ecco un saggio di quelle qualità trasversali di cui si faceva cenno. Il breve brano è intitolato Route 66 (1999) e lo si deve all'estrosa inventiva dello statunitense Michael Daugherty, classe 1954.



Per chiudere, un doveroso omaggio alla terra d'origine di questa famiglia, l'Estonia.
Non perdetevi l'ascolto del primo movimento (Lento, energico) della Terza Sinfonia (1942) di Eduard Tubin. Kristjan Järvi dirige la BBC Philharmonic Orchestra.

martedì 14 luglio 2009

In memoriam - Edward Downes (1924-2009)

"Dopo 54 felici anni insieme, hanno deciso di porre fine alla loro vita piuttosto che lottare con seri problemi di salute". Questa la dichiarazione rilasciata a seguito della morte, scelta, di Edward Downes e della moglie Joan.
La notizia è divenuta di pubblico dominio solo oggi, a quattro giorni dall'evento, ma la scelta compiuta da questa coppia per il proprio commiato dal mondo farà discutere ancora, e molto. Non è questa la sede per commentare questo gesto estremo, per cui mi limiterò a ricordare sir Edward raffinato artista della bacchetta, grande conoscitore ed apprezzato interprete verdiano, frequentato assiduamente nei suoi cinquant'anni di recite alla Royal Opera House.
Al 1993 risale questa recita londinese dello "Stiffelio". Nel finale del primo atto cantano, tra gli altri, José Carreras, Catherine Malfitano, Gregory Yurisich.



In campo sinfonico, vale la pena di ricordare il lungo sodalizio con la BBC Philharmonic Orchestra, risalente ai tempi in cui la compagine si chiamava ancora BBC Northern Symphony Orchestra. A capo di questa orchestra, nell'ultimo scorcio di carriera incise per Chandos numerosi cd, grazie ai quali sopravviverà un'importante testimonianza delle qualità interpretative di questo direttore e delle sue inusuali scelte di repertorio, grazie alle quali riportò all'attenzione del pubblico opere misconosciute di Respighi, così come autori di scarsa frequentazione come Korngold e Gliere. Da buon britannico, non mancò di promuovere le composizioni dei propri conterranei. A chiusura di questo breve ricordo, propongo all'ascolto il secondo movimento (Corale) dalla Quinta sinfonia di George Lloyd, composta nel 1948. L'orchestra è la Philharmonia di Londra.

mercoledì 8 luglio 2009

Senza parole

giovedì 2 luglio 2009

Lontano da casa - 2 - Paul Hindemith

Quando allo scoppio della seconda guerra mondiale, l'allora quarantacinquenne Paul Hindemith partì dalla natìa Germania per stabilirsi negli Stati Uniti, aveva già alle spalle i successi di una consolidata carriera di musicista e compositore, sviluppatasi anche in campo solistico come apprezzato violista, nonchè nel campo della divulgazione e dell'insegnamento. Ma la sua patria, almeno in quel drammatico momento storico, non intendeva rendergliene merito; neppure le comprovate origini slesiane di Hindemith lo posero al riparo dall'accusa di musicista "degenerato", con la quale venivano genericamente bollati come nemici del Reich quegli artisti portatori del nuovo o comunque inclini ad accogliere gli spifferi provenienti d'oltralpe e non rigidamente dediti al culto del modello dei padri della grande tradizione classica. Destino beffardo, se si pensa a quanto l'Hindemith compositore risulti debitore proprio di quella tradizione classica ed, in particolare, della lezione bachiana. Uno dei tratti inconfondibili dello stile hindemithiano sarà infatti sempre la robustezza contrappuntistica, arricchita da un'aggressività ritmica e da un sapiente controllo della massa sonora, derivantegli dall'inesauribile ricerca di nuove soluzioni timbriche, sperimentate nei numerosi lavori nei quali Hindemith dedicava volta per volta la propria attenzione alle più disparate famiglie di strumenti, coniugando vari idiomi musicali. Di qui la "musica d'uso" (Gebrauchmusik), i Lehrstüke (Pezzi didattici) e le famose Kammermusiken. Eccone un esempio:



Ad organico arricchito, ecco il secondo esempio: primo e secondo movimento (Mässig schnell, mit Kraft - Sehr breit, aber stets fliessend) dal Konzertstück op. 50 per archi ed ottoni (1930). BBC Philharmonic Orchestra diretta da Yan Pascal Tortelier.



Ecco l'orchestra al completo per il finale (Mäßig schnelle Halbe) dalla Sinfonia in Mi bemolle Maggiore, composta nel 1940 e proposta in prima esecuzione l'anno successivo a Minneapolis sotto la direzione di Dimitri Mitropoulos. Anche in questo caso la BBC Philharmonic Orchestra è diretta da Yan Pascal Tortelier.



E terminiamo questa rapida ricognizione ascoltando un brano tratto da un'opera corale, quel Requiem for those we love, in cui Hindemith nel 1946 su commissione della Robert Shaw's Collegiate Chorale mise in musica il poema di Walt Whitman When lilacs last in the door-yard bloom'd, dedicato alla memoria del presidente Lincoln. Anche il Requiem trasse ispirazione emotiva dalla scomparsa di un presidente USA - in questo caso Franklin Delano Roosevelt - oltre che dal cordoglio per l'enorme tributo di vite umane con cui il conflitto mondiale si era appena concluso.
Ascoltiamo l'introduzione e fuga "Lo! body and soul", settimo degli undici numeri in cui è suddivisa la composizione, interpretato dall'Orchestra e dal Coro della Sinfonica di Atlanta, diretti da quello stesso Robert Shaw cui si deve la commissione dell'opera.