domenica 21 giugno 2009

Baltici - 2 - Lepo Sumera


Tra i paesi appartenenti all'area baltica, un ruolo di primo piano nel campo della musica cosiddetta "seria" va riservato alla piccola Estonia. Mossi i primi passi tra le due guerre mondiali grazie ad esponenti come Heino Eller ed Eduard Tubin, la musica di origine estone ha quindi trovato la notorietà internazionale nell'ultimo scorcio del Novecento, sulla spinta di nomi come Erkki-Sven Tüür ed Arvo Pärt, quest'ultimo considerato da più parti il più importante compositore vivente. Un exploit in piena regola, che ha avuto in Heino Eller il principale ispiratore, avendo egli stesso formato con i propri insegnamenti la successiva generazione di musicisti e dato così vita ad una sorta di scuola nazionale del Novecento, di gran valore sia per quantità che per qualità.
Oggi farò da "padrino" a Lepo Sumera; nato nel 1950 e, manco a dirlo, allievo di Heino Eller, si è subito distinto per la peculiarità del proprio stile compositivo. Raffinato nel trattamento di timbri e contrasti, nelle sue sinfonie tende a sviluppare il materiale sonoro attraverso la naturale ripetizione dei temi, obbedendo ad uno schema tipico delle canzoni runiche dell'antica Estonia; ascoltate ad esempio le cicliche ondate sonore con cui si apre la Prima sinfonia (1981).



Nella loro prima esposizione, i temi, spesso assai accattivanti, partono perlopiù con sonorità al limite dell'udibile e producendo via via, con la loro ripetizione, un effetto ipnotizzante cui difficilmente ci si riesce a sottrarre; il tema di turno, ripreso dalle varie sezioni orchestrali, viene sviluppato fino al parossismo, arrivando ad un climax quasi mai liberatorio, a lasciare un senso di incompiuto, dovuto anche al progressivo depotenziamento del materiale sonoro, che ci riporta a quel senso di dondolio ipnotizzante cui facevo riferimento, che costituisce un po' il marchio di fabbrica dell'autore. Esemplare di questa tecnica compositiva la Seconda Sinfonia (1984), che ascoltiamo per intero.



Ultimo assaggio della produzione di questo compositore, purtroppo spentosi nel 2000 a soli 50 anni, è rappresentato dal finale del concerto per piano ed orchestra (1989), in cui il tema claustrofobico proposto da corno e piano, dopo un efficace gioco di accelerazioni continue, trova finalmente al suo culmine una soluzione a pieno organico. Come per gli altri estratti, l'orchestra è quella di sinfonica di Malmö, diretta da un altro orgoglioso figlio d'Estonia, Paavo Järvi. Al pianoforte, Kalle Randalu.

2 commenti:

  1. Buon giorno.
    ecco un autore che conosco purtroppo poco; tutto quello che ne ho ascoltato comunque suggerisce che va approfondito. Una sua opera che consiglio è il concerto per pianoforte, che sta a pieno titolo, assieme a qualche altro ben precedente (Prokofiev, Shostakovich, Bartok, Schnittke), nella top ten della letteratura novecentesca per questo strumento.
    Credo ci siano anche mudsica d scena e opere corali, nulla so di sua musica da camera che potrebbe essere interessante.
    Saluti
    Mario Claudio

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  2. Per un approfondimento, può valer la pena di visitare http://www.edition49.de/composers/l_sumera/
    Ciao, S.

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