Cara Valeria, sono piacevolmente sorpreso e lusingato dalle parole da te generosamente spese nel commento inserito l’altro giorno su questo blog, a margine della nona “fatica” del compleanno mahleriano da me festeggiato nel luglio scorso. L’immaginare la delusione tua o di qualsiasi altro ignoto lettore del blog, alle prese con la fissità del solito “post” di fine 2010, mi ha obbligato a rivedere certi bui ragionamenti circa il vuoto pneumatico cui ritenevo andassero incontro le mie digressioni popolar-musicali, lanciate nell’ignoto del web alla ricerca di un improbabile pubblico. Te ne rendo merito, facendomi carico di un graduale ritorno all’attività, ora rinfrancato nella fiducia che questo piccolo sforzo possa trovare il gradimento dei frequentatori occasionali e, ancor più, degli ospiti fissi. D’altro canto, è così che si giustificano i blog: con un po’ di partecipazione, niente di più.
A presto (stasera Mahler al Lingotto!),
Stefano.
“Gianni Schicchi” di Puccini e “L’heure espagnole” di Ravel (Opera di Roma)
su Rai 5
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Scomporre il Trittico di Puccini in tre dittici è stata la bizzarra idea
del Teatro dell’Opera di Roma. Non voglio ripetermi a ribadire
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